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Leggi il Diario di suor Faustina Kowalska :la misericordia divina nella mia anima on-line Scarica il Diario di suor Faustina Kowalska in pdf Diffondi la Divina Misericordia :ti invieremo gratuitamente il materiale illustrativo Diffondi le promesse relative alla recita della Coroncina alla Divina Misericordia La Madonna promette la salvezza dell'anima! Inizia ora i primi 5 sabati del mese! I° Quaderno - Parte 4 DIO E LE ANIME. ATTO DI OFFERTA. Di fronte al cielo ed alla terra, di fronte a tutti i Cori degli Angeli, di fronte alla SS.ma Vergine Maria, di fronte a tutte le Potenze celesti, dichiaro a Dio, Uno e Trino, che oggi in unione con Gesù Cristo, Redentore delle anime, faccio volontariamente l'offerta di me stessa per la conversione dei peccatori e specialmente per le anime che hanno perso la speranza nella Misericordia Divina. Detta offerta consiste in questo, che prendo, con totale sottomissione alla volontà di Dio, tutte le sofferenze, i timori e le paure da cui sono tormentati i peccatori ed in cambio cedo loro tutte le consolazioni che ho nell'anima, che provengono dal rapporto intimo con Dio. In una parola offro per loro tutto: le sante Messe, le sante Comunioni, le penitenze, le mortificazioni, le preghiere. Non temo i colpi, i colpi della giustizia di Dio, perché sono unita a Gesù. O mio Dio, desidero in tal modo ripagarTi per le anime che non hanno fiducia nella Tua bontà. Confido contro ogni speranza nell'oceano della Tua Misericordia. O Signore e Dio mio, porzione, mia porzione per l'eternità, non formulo questo atto di offerta basandomi sulle mie forze, ma sulla potenza che deriva dai meriti di Gesù Cristo. Ripeterò ogni giorno questo atto di offerta con la seguente preghiera, che Tu stesso mi hai insegnato, o Gesù: O Sangue e Acqua che scaturisti dal Cuore di Gesù, comesorgente di Misericordia per noi, confido in Te. Sr. M. Faustina del Santissimo Sacramento. Giovedi Santo durante la Santa Messa, giorno 29 anno 1934. « Ti do una piccola parte nella Redenzione del genere umano. Tu sei il refrigerio nel momento della Mia agonia ». Ottenuto il permesso dal mio confessore di fare questo atto di offerta, conobbi che tale atto era gradito a Dio, infatti cominciai subito a sentirne le conseguenze. In un attimo la mia anima divenne come una roccia: arida, piena di tormenti e d'inquietudine. Diverse bestemmie ed imprecazioni rintronavano nelle mie orecchie. La diffidenza e la disperazione albergarono nel mio cuore. Ecco qual era la condizione dei miseri, che avevo preso su di me. In un primo momento mi spaventai molto per questi orrori, ma con la prima confessione che feci, fui tranquillizzata.Una volta che andai a confessarmi fuori del convento, capitai che il mio confessore stava celebrando la santa Messa. Dopo un momento vidi sull'altare Gesù Bambino che allungava soavemente e con gioia le sue manine verso di lui. Ma quel sacerdote, un momento dopo, prese quel bel Bambino nelle mani, lo spezzò e lo mangiò vivo. In un primo momento provai avversione per quel sacerdote, a causa di un tale comportamento nei confronti di Gesù, ma ben presto venni illuminata in questa questione e capii che quel sacerdote era molto caro al Signore.Una volta che andai dal pittore che stava dipingendo l'immagine e m'accorsi che non era così bella come è Gesù, mi rattristai molto per questo, ma lo nascosi nel profondo del cuore. Quando uscimmo da casa del pittore, la Madre Superiora rimase in città a sbrigare varie faccende ed io tornai a casa da sola. Andai subito in cappella e mi sfogai piangendo a dirotto. Dissi al Signore: « Chi può dipingerTi bello come sei? ». All'improvviso udii queste parole: « Non nella bellezza dei colori né del pennello sta la grandezza di questa immagine, ma nella Mia grazia ». 9.VIII.1934. Adorazione notturna del giovedì. Ho fatto l'adorazione dalle undici alle dodici. Questa adorazione l'ho fatta per la conversione dei peccatori induriti, ma specialmente per quelli che hanno perduto la speranza nella Misericordia di Dio. Ho considerato quanto ha sofferto Dio e quanto è grande l'amore che ci ha dimostrato e noi non crediamo che Dio ci ama cosi. O Gesù, chi comprende questo? Che dolore per il nostro Salvatore e con che cosa può convincerci del suo amore, se la Sua stessa morte non riesce a convincerci? Ho pregato tutto il cielo ad unirsi a me per compensare il Signore dell'ingratitudine di certe anime. Gesù mi ha fatto conoscere quanto Gli è gradita la preghiera riparatrice. Mi ha detto: « La pregbìera di un'anima umile ed amante placa l'ira del Padre Mio ed attira un mare di benedizioni ». Finita l'adorazione, a metà strada verso la cella, fui circondata da un gran branco di cani neri, alti, che saltavano ed ululavano, mostrando chiaramente l'intenzione di sbranarmi. M'accorsi però che non erano cani, ma demoni. Uno di loro disse con rabbiosa malvagità: « Dato che questa notte ci hai portato via tante anime, ora noi ti facciamo a pezzi ». Risposi: « Se questa è la volontà di Dio misericordiosissimo, fatemi pure a pezzi, poiché l'ho giustamente meritato, essendo la più misera delle peccatrici, ma Dio è sempre santo, giusto ed infinitamente misericordioso ». A queste parole risposero tutti insieme i demoni: « Fuggiamo, perché non è sola, ma c'è con lei l'Onnipotente ». E scomparvero come la polvere, come un rumore che giunge dalla strada, mentre io tranquillamente, continuando il Te Deum, andai in cella riflettendo sull'infinita ed insondabile Misericordia divina. 12.VIII.1934. Svenimento improvviso. Sofferenze preagoniche. Non era la morte, cioè il passaggio alla vera vita, ma un pregustarne le sofferenze. Pur donandoci la vita eterna, la morte è spaventosa. Mi sentii improvvisamente male: mancanza di respiro, buio davanti agli occhi, sensazione di mancamento nelle membra. Questo soffocamento è atroce. Un istante di tale soffocamento è infinitamente lungo... Nonostante la fiducia, sopravviene pure uno strano senso di paura. Desiderai ricevere gli ultimi S. Sacramenti. Ma, in quello stato la santa Confessione riesce assai difficoltosa, malgrado il desiderio di confessarsi. Non si sa quel che si dice: si comincia una cosa, senza finire l'altra. Iddio preservi ciascun anima dal rinviare la confessione all'ultima ora. Ho sperimentato la potenza delle parole del sacerdote, che scendono benefiche sull'anima dell'ammalato. Quando chiesi al Padre spirituale se ero pronta a presentarmi davanti a Dio e se potevo stare tranquilla, ottenni questa risposta: « Può essere pienamente tranquilla, non solo adesso, ma dopo ogni confessione settimanale ». La grazia di Dio che accompagna queste parole del sacerdote è grande. L'anima sente la forza ed il coraggio per la battaglia. O Congregazione, o madre mia, come è dolce vivere sotto le tue ali, ma è ancora meglio morirvi! Ricevuti gli ultimi S. Sacramenti, sopravvenne un miglioramento totale. Rimasi sola. Il miglioramento durò circa mezz'ora, poi si ripeté l'attacco, ma non più cosi violento, perché le cure mediche lo contrastavano. Unii le mie sofferenze a quelle di Gesù e le offrii per me e per la conversione delle anime che non credono nella bontà di Dio. All'improvviso la mia cella si riempi di ceffi neri pieni di malvagità e di odio contro di me. Uno di essi disse: « Maledetta tu e Colui che è in te, perché già cominci a tormentarci nell'inferno ». Appena dissi: « Ed il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi », subito quei ceffi scomparvero rumorosamente. L'indomani mi sentivo debolissima, ma non provavo più nessuna sofferenza. Dopo la santa Comunione vidi Gesù nell'aspetto che avevo già visto durante un'ora di adorazione. Lo sguardo del Signore trapassò la mia anima da parte a parte e nemmeno il più minuscolo pulviscolo sfugge alla Sua attenzione. E dissi a Gesù: « Pensavo che mi prendessi ». E Gesù mi rispose: « Ancora non si è adempiuta completamente la Mia volontà in te; rimarrai ancora sulla terra, ma non per molto tempo. Mi piace molto la tua fiducia, ma l'amore sia più ardente. Un amore puro dà forza all'anima nell'agonia stessa. Quando agonizzavo sulla croce non pensavo a Me, ma ai poveri peccatori e pregavo il Padre per loro. Voglio che anche i tuoi ultimi momenti siano completamente simili ai Miei sulla croce. Uno solo è il prezzo col quale si riscattano le anime e questo prezzo è la sofferenza unita alla Mia sofferenza sulla croce. L'amore puro comprende queste parole; l'amore carnale non le comprenderà mai ». Anno 1934. Il giorno dell'Assunzione della SS.ma Vergine, non andai alla santa Messa, la dottoressa non me lo permise, ma pregai fervorosamente in cella. Dopo poco vidi la Madonna, che era di una bellezza indescrivibile e che mi disse: « Figlia Mia, voglio da te preghiera, preghiera e ancora una volta preghiera per il mondo e specialmente per la tua Patria. Fa' la comunione riparatrice per nove giorni, unisciti strettamente al sacrificio della Santa Messa. Per questi nove giorni starai davanti a Dio come vittima, ovunque, continuamente, in ogni luogo e in ogni momento giorno e notte; ogni volta che ti svegli, prega interiormente. Pregare di continuo interiormente è possibile ». Una volta Gesù mi disse: « Il Mio sguardo da quest'immagine è tale e quale al Mio sguardo dalla croce». Una volta il confessore mi chiese come doveva essere collocata la scritta, dato che non c'era posto sull'immagine. Risposi che avrei pregato ed avrei dato una risposta la settimana seguente. Mentre mi allontanavo dal confessionale, passando accanto al SS.mo Sacramento, mi fu fatto capire interiormente come doveva essere quella scritta. Gesù mi ricordò quello che mi aveva detto la prima volta e cioè che queste tre parole dovevano essere messe in evidenza. Le parole sono queste: « Jezu, ufam Tobie ». Gesù, confido in Te. Capii che Gesù desiderava che venisse messa questa frase, ma all'infuori di queste parole, non dava altri ordini precisi. « Porgo agli uomini il recipiente, col quale debbono venire ad attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Il recipiente è quest'immagine con la scritta: Gesù, confido in Te». O Amore purissimo, regna totalmente nel mio cuore ed aiutami a compiere nella maniera più fedele la Tua santa volontà. Verso la fine di un ritiro spirituale di tre giorni, mi accorsi che camminavo lungo una strada accidentata ed inciampavo ogni momento e vedevo che dietro di me veniva un altra figura che mi sosteneva continuamente e io non ero contenta di questo e chiesi che quella figura si scostasse da me, perché volevo camminare da sola. Tuttavia quella figura, che non riuscii a riconoscere, non mi abbandonò nemmeno per un istante. La cosa m'innervosì e mi rivoltai contro di lei e la respinsi da me. In quel momento conobbi che quella figura era la Madre Superiora e nello stesso momento vidi che non era più la Madre Superiora ma Gesù, che m'inviò uno sguardo profondo e mi fece conoscere quanto Gli sarebbe dispiaciuto se, anche nella più piccola cosa, non avessi cercato di fare la volontà della Superiora « che è la Mia volontà». Chiesi vivamente perdono al Signore e presi seriamente a cuore quell'avvertimento. Giovedì. Quando ho cominciato l'ora santa, avrei voluto immergermi nell'agonia di Gesù nell'Orto degli Ulivi. Ad un tratto sentii nel mio intimo una voce: « Medita i misteri dell'Incarnazione ». Ed all'improvviso mi apparve il Bambino Gesù di una splendente bellezza. Mi disse quanto era gradita a Dio la semplicità dell'anima. « Sebbene la Mia grandezza sia inconcepibile, ho rapporti di intimità soltanto con i piccoli. Voglio da te l'infanzia dello spirito ». Ora vedo chiaramente come Iddio opera attraverso il confessore e come è fedele nelle sue promesse. Due settimane fa il confessore mi aveva ordinato di riflettere sull'infanzia dello spirito. Sulle prime la cosa m'era riuscita un po' difficile, ma il confessore, non badando alle mie difficoltà, aveva insistito perché meditassi sull'infanzia dello spirito. « In pratica quest'infanzia si manifesta così: un bambino non si preoccupa né del passato né del futuro, ma approfitta dei momento presente. In lei, sorella, desidero che emerga questa infanzia dello spinto ed attribuisco a ciò una grande importanza ». Vedo come il Signore si presti ad accogliere i desideri del confessore, dato che in questo periodo non mi si mostra come Maestro nel pieno delle forze e della sua matura umanità, ma mi appare come un Bambino. Questo Dio infinito si abbassa fino a me nelle sembianze di un Bambinello. Ma lo sguardo della mia anima non si ferma alla superficie. Benché tu prenda le sembianze di un Bambinello, io vedo in Te l'Immortale, l'infinito Signore dei signori, che i puri spiriti adorano giorno e notte, per il quale ardono i cuori dei Serafini col fuoco dell'amore più puro. O Cristo, o Gesù, io desidero superarli nell'amore verso di Te. Vi chiedo perdono, o puri spiriti, per aver osato paragonarmi a Voi. Io sono un abisso di miseria, una voragine di miseria, ma Tu, o Dio, che sei un abisso insondabile di Misericordia, assorbimi come l'ardore del sole assorbe una goccia di rugiada. Un Tuo sguardo amorevole conferisce lo stesso livello ad ogni abisso. Sono immensamente felice per la grandezza di Dio. Nel modo più assoluto mi basta vedere la grandezza di Dio, per essere felice per tutta l'eternità. Una volta che vidi Gesù sotto l'aspetto di un Bambino, domandai: « Come mai, Gesù, ora tratti intimamente con me prendendo l'aspetto di un Bambino? Del resto io in Te, anche se sei così, vedo Dio infinito, il mio Creatore e Signore ». Gesù mi rispose che fino a quando non avessi imparato la semplicità e l'umiltà, avrebbe trattato con me come un bimbo. 22.XI.1934. 5.XII.1934. Una mattina, dopo aver aperto la porta del convento per fare uscire i nostri operai addetti alla distribuzione del pane, entrai un momentino nella piccola cappellina, per fare una breve visita a Gesù e rinnovare le intenzioni del giorno. « Ecco, Gesù, oggi tutte le sofferenze, le mortificazioni, le preghiere, le offro per il Santo Padre, affinché approvi la festa della Misericordia. Ma Gesù, debbo dirTi ancora una parola. Sono molto stupita per il fatto che mi ordini di parlare di questa festa della Misericordia, quando tale festa, a quanto mi dicono, esiste già. Quindi, perché dovrei parlarne? E Gesù mi rispose: « Chi mai ne è informato tra la gente? Nessuno. E perfino coloro che debbono proclamare e dare delle istruzioni alla gente su questa Misericordia, spesso essi stessi non lo sanno. Per questo desidero che questa immagine venga solennemente benedetta la prima domenica dopo Pasqua e che riceva culto pubblico, in modo che tutti possano esserne informati. Fa' una novena secondo l'intenzione del Santo Padre, che deve essere composta di trentatré invocazioni, ripetendo cioè altrettante volte la breve preghiera alla Misericordia, che ti ho insegnato ». La sofferenza è il tesoro più grande che ci sia sulla terra. Essa purifica l'anima. Nella sofferenza conosciamo chi ci è veramente amico. Il vero amore si misura col termometro della sofferenza. Gesù, Ti ringrazio per le piccole croci quotidiane, per le contrarietà che incontro nelle mie iniziative, per il peso della vita comunitaria, per l'interpretazione distorta delle mie intenzioni, per le umiliazioni che provengono dagli altri, per il comportamento aspro verso di noi, per i sospetti ingiusti, per la salute cagionevole e per le forze che vengono meno, per il ripudio della mia volontà, per l'annientamento del proprio io, per il mancato riconoscimento in tutto, per gli impedimenti posti a tutti i miei progetti. Ti ringrazio, Gesù, per le sofferenze interiori, per l'aridità dello spirito, per le paure, i timori e i dubbi, per il buio fitto e le tenebre interiori, per le tentazioni e le diverse prove, per le angosce che è difficile descrivere, e soprattutto per quelle in cui nessuno ci capisce, per l'ora della morte, per la dura lotta che la precede e per tutta la sua amarezza. Ti ringrazio, Gesù, che hai bevuto il calice dell'amarezza, prima di porgerlo a me raddolcito. Ecco, ho accostato le mie labbra al calice della Tua santa volontà. Avvenga di me secondo il Tuo volere; avvenga di me ciò che ha stabilito la Tua sapienza fin dall'eternità. Desidero bere fino all'ultima stilla il calice della predestinazione, non voglio indagare su questa predestinazione, nell'amarezza c'è la mia gioia, nella disperazione la mia fiducia. In Te, o Signore, quello che ci dà il Tuo Cuore paterno è tutto buono; non preferisco le gioie alle amarezze, né le amarezze alle gioie, ma Ti ringrazio di tutto, o Gesù. La mia delizia consiste nello stare a contemplarTi, o Dio incomprensibile. È in un'esistenza misteriosa che si aggira il mio spirito, poiché è là che sento di essere a casa mia. Conosco bene la dimora del mio Sposo. Sento che in me non c'è nemmeno una goccia di sangue che non arda d'amore per Te. Bellezza eterna, chi Ti conosce una sola volta, non può più amare nessun'altra cosa. Sento la voragine insondabile della mia anima, e che niente può colmarla, all'infuori di Dio. Sento che sprofondo in Lui, come un granellino di sabbia in un oceano senza fondo. 20.XII.1934. Una sera entrando nella cella, vidi Gesù esposto nell'ostensorio, come se fosse stato fuori all'aperto. Al piedi di Gesù vidi il mio confessore e dietro di lui un gran numero di ecclesiastici di altissimo rango, con indumenti che non avevo mai visto, eccetto allora in visione. E dietro a loro varie classi di ecclesiastici. Più in là vidi una folla così vasta di gente che non riuscii ad abbracciarla con lo sguardo. Vidi che dall'Ostia uscivano due raggi, come sono nell'immagine, che si unirono strettamente fra di loro, ma non si confusero e passarono nelle mani del mio confessore e poi nelle mani degli ecclesiastici e dalle loro mani passarono alla gente e tornarono nell'Ostia. E in quel momento mi vidi in cella mentre entravo. 22.XII.1934. Quando mi toccò in settimana d'andare a confessarmi, capitai che il mio confessore stava celebrando la S. Messa. Nella terza parte della S. Messa vidi il Bambino Gesù, un po' più piccolo del solito e con la differenza che aveva una piccola fascia di colore violetto, mentre di solito l'aveva bianca. 24.XII.1934. Vigilia di Natale. La mattina durante la S. Messa ho sentito la vicinanza di Dio; il mio spirito inavvertitamente si è immerso in Lui. Improvvisamente udii queste parole: « Tu sei una gradevole dimora per Me; in te il Mio Spirito riposa ». Dopo queste parole sentII io sguardo del Signore nel profondo del mio cuore e vedendo la mia miseria, mi umiliai in ispirito ed ammirai la grande Misericordia di Dio, considerando che l'altissimo Signore si accosta ad una tale miseria. Durante la santa Comunione la gioia inondò la mia anima; sentii che ero strettamente unita alla Divinità; la Sua onnipotenza assorbì tutto il mio essere. Per tutta la giornata avvertii in modo particolare la vicinanza di Dio e, sebbene gli impegni non mi permettessero per tutta la giornata di andare nemmeno per un momento in cappella, tuttavia non ci fu un solo istante in cui non fossi unita a Dio. Lo sentii in me in una maniera più sensibile di qualunque altra volta. Salutai senza posa la Madonna, immedesimandomi nel Suo spirito e La pregai, affinché m'insegnasse il vero amore di Dio. Ad un tratto udii queste parole: « Durante la S. Messa di mezzanotte ti comunicherò il segreto della Mia felicità ». La cena fu prima delle sei; nonostante la letizia ed il chiasso esterno che c'è quando ci si scambia l'oplatek, durante lo scambio vicendevole degli auguri non venni privata nemmeno per un istante della presenza di Dio. Dopo cena ci affrettammo col lavoro ed alle nove potei andare all'adorazione in cappella. Avevo ottenuto il permesso di non andare a riposare, ma di attendere la Messa di mezzanotte. Ne gioii enormemente; dalle nove alle dodici avevo tempo libero. Dalle nove alle dieci feci l'adorazione per i miei genitori e per tutta la mia famiglia. Dalle dieci alle undici feci l'adorazione per il mio direttore spirituale, ringraziando anzitutto Dio, che si era degnato di darmi qui in terra questo grande aiuto visibile, come mi aveva promesso e, in secondo luogo, per impetrargli luce, affinché potesse conoscere la mia anima e guidarmi come piaceva a Dio. Dalle undici alle dodici ho pregato per la santa Chiesa e per il clero, per i peccatori, per le missioni, per le nostre case. Le indulgenze le ho offerte per le anime del purgatorio. Ore dodici. 25.XII.1934. Messa di mezzanotte. Appena usci la santa Messa, il raccoglimento interiore s'impadronì di me, la gioia inondò la mia anima. Durante l'offertorio vidi Gesù sull'altare; era di una bellezza incomparabile. Il Bambinello per tutto il tempo guardò verso tutti, tendendo le manine. Quando ci fu l'elevazione il Bambinello non guardò verso la cappella, ma verso il cielo; dopo l'elevazione si rivolse di nuovo verso di noi, ma per poco tempo, poiché come al solito venne spezzato e mangiato dal sacerdote. La fascia l'aveva bianca. Il giorno dopo vidi la stessa cosa e lo stesso vidi il terzo giorno. E difficile esprimere la gioia che avevo nell'anima. Questa visione si ripeté durante tre sante Messe, esattamente come nelle prime. Anno 1934. Primo giovedì dopo Natale. Avevo dimenticato completamente che oggi era giovedì, perciò non ho fatto l'adorazione. Sono andata assieme alle consorelle in dormitorio alle ore nove. Stranamente non riuscivo a dormire. Mi sembrava che avessi ancora qualche cosa da fare. Ripassai mentalmente i miei impegni, ma non riuscii a ricordarmi niente del genere; la ricerca andò avanti fino alle dieci. Alle ore dieci vidi il Volto martoriato di Gesù. Ad un tratto Gesù mi disse queste parole: « Ti ho attesa per dividere con te le Mie sofferenze; chi infatti comprende le Mie sofferenze meglio della Mia sposa? ». Chiesi perdono a Gesù per la mia tiepidezza, piena di rossore e confusa, non osando rivolgere lo sguardo a Gesù, ma col cuore contrito chiesi a Gesù che si degnasse di darmi una spina della Sua corona. Gesù mi rispose che mi avrebbe concesso questa grazia, ma l'indomani, e subito la visione scomparve. Al mattino, durante la meditazione, sentii una spina dolorosa dalla parte sinistra del capo; il dolore mi durò per tutto il giorno e pensai continuamente a come Gesù avesse potuto resistere al dolore di tutte quelle spine che sono nella Sua corona. Unii le mie sofferenze alla sofferenza di Gesù e le offrii per i peccatori. Alle quattro, quando sono andata per l'adorazione, ho visto una delle nostre allieve che offendeva Dio terribilmente con dei peccati impuri di pensiero. Ho visto pure una certa persona a causa della quale peccava. Un fremito di spavento ha attraversato l'anima mia ed ho pregato Dio, per i dolori di Gesù, che si degnasse strapparla da quell'orribile miseria. Gesù mi rispose che le avrebbe concesso la grazia, non per suo merito, ma per la mia preghiera. Allora compresi quanto dovremmo pregare per i peccatori e specialmente per le nostre educande. La nostra è una vita veramente apostolica; non so immaginare una religiosa che viva nelle nostre case, cioè nella nostra Congregazione, che non abbia spirito apostolico; lo zelo per la salvezza delle anime dovrebbe ardere nei nostri cuori. O mio Dio, come è dolce soffrire per Te, soffrire nel più segreto del cuore, nel più grande nascondimento, immolandosi come vittima non notata da alcuno, pura come il cristallo, senza alcuna soddisfazione nè partecipazione affettiva. Il mio spirito arde per un amore attivo, non perdo tempo per nessuna fantasticheria, prendo singolarmente ogni istante, poiché questo è in mio potere; il passato non mi appartiene più, il futuro non è ancora mio, procuro di utilizzare con tutta l'anima il tempo presente. 4.I.1935. Primo capitolo di Madre Borgia. In questo capitolo la Madre ha messo in evidenza la vita di fede e la fedeltà nelle piccole cose. A metà del capitolo ho udito queste parole: « Desidero che nel momento presente ci sia in voi più fede. Che grande gioia Mi procura la fedeltà della Mia sposa nelle piccole cose! ». Ad un tratto rivolsi lo sguardo sul crocifisso e vidi che Gesù aveva il capo rivolto verso il refettorio e che le Sue labbra si muovevano. Quando ne parlai alla Madre Superiora, mi rispose: « Vede, sorella, come Gesù esige che la nostra sia una vita di fede ». Quando la Madre se n'era andata in cappella ed io ero rimasta a mettere in ordine la stanza, tutto ad un tratto sentii queste parole: « Dì questo a tutte le Suore, che esigo che vivano con spirito di fede nei confronti delle Superiore nel momento attuale ». Chiesi al confessore di sciogliermi da questo impegno. Quando parlai con una persona che avrebbe dovuto dipingere l'immagine, ma per certi motivi non la dipinse, durante il colloquio con lei sentii nel mio intimo questa voce: « Desidero che essa sia più obbediente ». Compresi che anche i più grandi sforzi, se non hanno il sigillo dell'obbedienza, non sono graditi a Dio; parlo di un anima consacrata a Dio. O Dio, come è facile conoscere la Tua volontà in un ordine religioso! Noi, anime consacrate, dal mattino fino a notte abbiamo chiaramente indicata la volontà divina e nei momenti di incertezza abbiamo i Superiori, attraverso i quali paria Iddio. 1934-1935. Ultimo giorno dell'anno. Ho avuto il permesso di non andare a dormire, ma di pregare in cappella. Una delle nostre suore mi ha pregato di offrire per lei un'ora di adorazione. Le ho risposto di si ed ho pregato per lei un'ora intera. Durante la preghiera Dio mi ha fatto conoscere quanto Gli è cara quella piccola anima. La seconda ora di adorazione l'ho offerta per la conversione dei peccatori e specialmente in riparazione delle offese che nel momento presente vengono fatte a Dio. Quanto viene offeso Iddio! La terza ora l'ho offerta secondo l'intenzione del mio padre spirituale, ho pregato fervorosamente perché venga illuminato in merito ad una questione particolare. Suonano infine le dodici, l'ultima ora dell'anno, che ho finito nel nome della SS.ma Trinità, come del resto nel nome della SS.ma Trinità ho cominciato la prima ora dell'Anno Nuovo. Ho chiesto la benedizione ad ognuna delle Persone ed ho guardato con grande fiducia all'Anno Nuovo, che non sarà certamente avaro di sofferenze. O Ostia Santa, in cui è contenuto il testamento della Divina Misericordia per noi e specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuto il Corpo ed il Sangue del Signore Gesù, come dimostrazione dell'infinita Misericordia verso di noi, ma specialmente verso i peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuta la vita eterna e l'infinita Misericordia elargita in abbondanza a noi, ma specialmente ai poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuta la Misericordia del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo verso di noi, ma specialmente verso i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuto il prezzo infinito della Misericordia, che ripagherà tutti i nostri debiti, ma specialmente quelli dei poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuta la sorgente di acqua viva, che scaturisce dalla Misericordia infinita per noi, ma specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuto il fuoco dell'amore più puro, che arde dal seno dell'Eterno Padre, come da un abisso di Misericordia infinita per noi, ma specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuta la medicina per tutte le nostre debolezze, che sgorga dalla Misericordia infinita come da una sorgente, per noi e specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui è contenuto il vincolo di unione fra Dio e noi, grazie all'infinita Misericordia per noi e specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, in cui sono contenuti tutti i sentimenti del Cuore dolcissimo di Gesù verso di noi e specialmente per i poveri peccatori. O Ostia Santa, nostra unica speranza in tutte le sofferenze e contrarietà della vita. O Ostia Santa, nostra unica speranza fra le tenebre e le tempeste interiori ed esteriori. O Ostia Santa, nostra unica speranza in vita e nell'ora della morte. O Ostia Santa, nostra unica speranza fra gli insuccessi e nell'abisso della disperazione. O Ostia Santa, nostra unica speranza in mezzo alle menzogne ed ai tradimenti. Ostia Santa, nostra unica speranza fra le tenebre e le empietà che sommergono la terra. O Ostia Santa, nostra unica speranza in mezzo alla nostalgia e al dolore, per il quale nessuno ci comprende. O Ostia Santa, nostra unica speranza in mezzo alle fatiche ed al grigiore della vita di ogni giorno. O Ostia Santa, nostra unica speranza quando le nostre aspirazionie e le nostre fatiche vanno in fumo. O Ostia Santa, nostra unica speranza fra i colpi dei nemici e gli assalti dell'inferno. O Ostia Santa, confiderò in Te quando le difficoltà della vita supereranno le mie forze ed i miei sforzi risulteranno inutili. O Ostia Santa, confiderò in Te quando le tempeste sconvolgeranno il mio cuore ed il mio spirito atterrito comincerà a piegarsi verso il dubbio che corrode. O Ostia Santa, confiderò in Te quando il mio cuore comincerà a tremare ed un sudore mortale mi bagnerà la fronte. O Ostia Santa, confiderò in Te quando tutto si rivolgerà contro di me e la nera disperazione s'insinuerà nella mia anima. O Ostia Santa, confiderò in Te quando il mio sguardo si spegnerà per tutto ciò che è terreno, ed il mio spirito vedrà per la prima volta mondi sconosciuti. O Ostia Santa, confiderò in Te quando i miei impegni saranno al di sopra delle mie forze e l'insuccesso sarà per me la sorte abituale. O Ostia Santa, confiderò in Te quando l'osservanza delle virtù mi apparirà difficile e la mia natura si ribellerà. O Ostia Santa, confiderò in Te quando i colpi dei nemici saranno diretti contro di me. O Ostia Santa, confiderò in Te quando le mie fatiche ed i miei sforzi non verranno approvati dalla gente. O Ostia Santa, confiderò in Te quando sopra di me risuonerà il Tuo giudizio; in quel momento confiderò nell'oceano della Tua Misericordia. 10.1.1935. 29.1.1935. Questo martedì mattina, durante la meditazione, ho visto interiormente il Santo Padre che celebrava la santa Messa. Dopo il « Pater noster » si è messo a parlare con Gesù della causa, di cui Gesù aveva ordinato a me di parlarGli. Benché io non abbia parlato di ciò personalmente col Santo Padre, dato che l'argomento è stato trattato da qualcun altro, in questo momento però io so, per conoscenza interiore, che il Santo Padre sta riflettendo su tale questione, che in breve tempo si evolverà secondo i desideri di Gesù. Prima degli esercizi spirituali di otto giorni, andai dal mio direttore spirituale, a chiedergli il permesso per certe mortificazioni da fare durante gli esercizi, tuttavia non ottenni il permesso per tutto quello che avevo chiesto, ma solo per alcune. Ottenni l'autorizzazione per un ora di meditazione sulla Passione del Signore Gesù e per certi atti di umiliazione. Ero rimasta però un po' insoddisfatta, per non aver ottenuto il permesso per tutto quello che avevo chiesto. Quando tornammo a casa, entrai un momento in cappella e subito udii nel mio intimo una voce: « Un'ora di meditazione sulla Mia dolorosa Passione ha un merito maggiore di un anno intero di flagellazioni a sangue. La meditazione sulle Mie Piaghe dolorose è di grande profitto per te ed a Me procura una grande gioia. Mi stupisce che tu non abbia ancora rinunciato completamente alla tua volontà, ma gioisco enormemente pensando che tale cambiamento avverrà durante gli esercizi spirituali ». Questo stesso giorno, mentre ero in chiesa ed aspettavo di confessarmi, vidi gli stessi raggi che uscivano dall'ostensorio e si propagavano per tutta la chiesa. Questo durò per tutto il tempo della funzione. Dopo la benedizione si proiettarono su entrambi i lati e poi rientrarono nell'ostensorio. Ad osservarli erano chiari e limpidi come il cristallo. Chiesi a Gesù che si degnasse di accendere il fuoco del Suo amore in tutte le anime indifferenti. Sotto questi raggi il cuore si riscalda, anche se fosse freddo come un pezzo di ghiaccio; se fosse duro come la roccia, si ridurrebbe in polvere. G.M.G. Wilno, 4.11.1935 DA OGGI NON ESISTE LA VOLONTA’ PROPRIA. Nel momento in cui m'inginocchiai per depennare la volontà come mi aveva ordinato il Signore, udii nel mio intimo questa voce: «Da oggi non temere il giudizio di Dio, poiché non sarai giudicata ». Da oggi, faccio la Volontà di Dio, ovunque, sempre, in tutto. G.M.G. Wilno, 8.11.1935. Lavoro interiore particolare, cioè esame di coscienza. Sul rinnegamento di se stessa, della propria volontà. I. Rinnegamento dell'intelletto, cioè sua sottomissione all'intelletto di coloro che per me qui in terra sostituiscono Dio. Il. Rinnegamento della volontà, cioè fare la volontà di Dio, che a me si manifesta nella volontà di coloro che per me sostituiscono Dio e che è contenuta nelle regole del nostro ordine. III. Rinnegamento del giudizio, cioè accettare immediatamente senza pensarci su, senza analizzarlo, senza discuterlo, ogni ordine che mi viene dato da coloro che per me sostituiscono Dio. IV. Rinnegamento della lingua. Non le darò la più piccola libertà; in un solo caso gliela darò completa, cioè quando si tratta di proclamare la gloria di Dio. Ogni volta che mi accosto alla santa Comunione, prego che Gesù rafforzi e purifichi la mia lingua, in modo che io non ferisca il prossimo con essa. Per lo stesso motivo tengo nella massima considerazione la regola che mi parla del silenzio. O Gesù mio, ho fiducia che la Tua grazia mi aiuti a mettere in pratica questi propositi. Benché i punti suddetti siano compresi nel voto di obbedienza, tuttavia desidero esercitarmi in essi in modo del tutto particolare, in quanto costituiscono l'essenza della vita religiosa. Gesù Misericordioso, Ti prego ardentemente, illumina il mio intelletto, perché possa conoscere meglio Te, che sei l'Essere Infinito, e possa conoscere meglio me stessa, che sono il niente personificato. Della santa confessione. Dalla santa confessione dovremmo ricavare due benefici. Alla confessione andiamo: primo, per essere guariti; secondo, per essere educati. La nostra anima ha bisogno di essere educata continuamente, come un bambino. O mio Gesù, comprendo profondamente queste parole e so per esperienza che un'anima con le proprie forze non arriva lontano, si affatica molto, non fa nulla per la gloria di Dio; sbaglia continuamente, poiché la nostra mente è ottenebrata e non riesce a distinguere i fatti suoi. Avrò un'attenzione particolare per due cose: la prima è quella di scegliere per la confessione quello che mi umilia di più, anche se si tratta di una piccola cosa, che però mi costa e per questo ne parlerò; la seconda è quella di esercitarmi nella contrizione; non solo prima di confessarmi, ma in ogni esame di coscienza cercherò di suscitare in me il dolore perfetto e ciò soprattutto prima di mettermi a riposare. Ed una parola ancora: l'anima che desidera veramente progredire sulla via della perfezione, deve attenersi scrupolosamente ai consigli che le vengono dati dal direttore spirituale. Tanta è la santità, quanta la dipendenza. Una volta, mentre parlavo col direttore della mia anima, in un lampo più veloce di quello di un fuimine, vidi interiormente la sua anima in una grande tribolazione, in un tale tormento, che sono poche le anime che Iddio prova con tale fuoco. Tali sofferenze gli provengono da quest'opera. Verrà un momento nel quale quest'opera, che pure Dio raccomanda tanto, sembrerà in completo sfacelo ed all'improvviso seguirà l'azione di Dio con grande energia, la quale darà testimonianza alla verità. Essa, l'opera, sarà un nuovo splendore per la Chiesa, sebbene esistesse già da molto tempo in essa. Che Dio sia infinitamente misericordioso, nessuno può negarlo. Egli desidera che questo lo sappiano tutti, prima che torni come Giudice; vuole che le anime Lo conoscano prima come Re di Misericordia. Quando si verificherà questo trionfo, noi saremo già nella nuova vita, dove non ci sono sofferenze. Ma prima la tua anima sarà saziata d'amarezze al vedere la distruzione dei tuoi sforzi. Questa distruzione però sarà soltanto apparente, poiché Iddio non cambia quello che ha stabilito una volta. Ma anche se la distruzione sarà apparente, le sofferenze invece saranno reali. Quando ciò avverrà, non lo so; quanto durerà, non lo so. Ma Dio ha promesso una grande grazia specialmente a te e a tutti « quelli che proclameranno la Mia grande Misericordia. Io Stesso li difenderò nell'ora della morte, come Mia gloria ed anche se i peccati delle anime fossero neri come la notte, quando un peccatore si rivolge alla Mia Misericordia, Mi rende la gloria più grande ed è un vanto della Mia Passione. Quando un'anima esalta la Mia bontà, allora satana ne trema e fugge nel profondo dell'inferno ». Durante un'adorazione, Gesù mi promise: « Con le anime che ricorreranno alla Mia Misericordia e con le anime che esalteranno e faranno conoscere ad altre la Mia grande Misericordia, nell'ora della loro morte Mi comporterò secondo la Mia Misericordia infinita. Il Mio Cuore è addolorato - ha detto Gesù - perché anche le anime elette non comprendono quanto sia grande la Mia Misericordia. I loro rapporti con Me sono in un certo modo espressione di diffidenza. Oh! quanto questo ferisce il Mio Cuore! Ricordatevi della Mia Passione e, se non credete alle Mie parole, credete almeno alle Mie Piaghe». Non faccio alcun movimento, alcun gesto perché piace a me, perché sono vincolata dalla grazia; continuamente attendo a ciò che è più gradito a Gesù. Durante una meditazione sull'obbedienza udii queste parole: « In questa meditazione il sacerdote in via eccezionale parla per te. Sappi che Io prendo in prestito la sua bocca ». Cercai di ascoltare con la massima attenzione ed applicai tutto al mio cuore, come faccio per ogni meditazione. Quando il sacerdote pronunciò queste parole, che un anima obbediente si riempie della forza di Dio, udii quanto segue: “Si, quando sei obbediente, mi prendo la tua debolezza ed al suo posto ti do la Mia forza. Sono molto stupito che le anime non vogliano fare questo scambio con Me.” Io dissi al Signore: « Gesù, illumina Tu la mia anima, poiché diversamente capirò ben poco di queste parole ». So che non vivo per me, ma per un gran numero di anime. So che le grazie date a me, non sono soltanto per me, ma anche per le anime. O Gesù, l'abisso della Tua Misericordia si è riversato nella mia anima, che è l'abisso stesso della miseria. Ti ringrazio, Gesù, per le grazie e le piccole croci che mi dai in ogni momento della vita. All'inizio degli esercizi spirituali sul soffitto della cappella vidi Gesù crocifisso che guardava alle suore con tanto amore, ma non a tutte. C'erano tre suore, alle quali il Signore guardò con uno sguardo severo. Non so, non so per quali motivi, so soltanto che è una cosa terribile vedere uno sguardo simile che è lo sguardo del Giudice severo. Quello sguardo non riguardava me, eppure allibii per lo spavento, mentre scrivo tremo ancora tutta. Non ebbi il coraggio di dire una sola parola a Gesù, mi vennero a mancare le forze fisiche e pensavo che non avrei resistito fino alla fine della predica. Un giorno dopo vidi la stessa cosa, come la prima volta, e osai proferire queste parole: « Gesù, quanto è grande la Tua Misericordia! ». Il terzo giorno si ripeté ancora lo stesso sguardo su tutte le suore con grande amabilità, ad eccezione di quelle tre suore. Allora presi il coraggio che proveniva dall'impulso verso l'amore del prossimo e dissi al Signore: « Tu sei la Misericordia personificata, come Tu stesso mi hai detto, Ti scongiuro quindi per la potenza della Tua Misericordia, rivolgi il Tuo sguardo benigno anche su quelle tre suore, e se ciò non s'accorda con la Tua sapienza, Ti prego di fare uno scambio: il Tuo sguardo benevolo verso la mia anima, sia per loro, e il Tuo sguardo severo verso le loro anime, sia per me. All'istante Gesù mi disse queste parole: « Figlia Mia, per il tuo amore sincero e generoso concedo loro molte grazie, benché esse non le chiedano, ma per la promessa che ho fatto a te ». E subito avvolse le tre suore con uno sguardo misericordioso. Alla vista della bontà di Dio, il cuore mi cominciò a battere per la grande gioia. Quando feci l'adorazione dalle 9 alle 10 erano rimaste anche altre quattro suore. Mentre mi avvicinavo all'altare e meditavo sulla Passione del Signore Gesù, in quello stesso momento un dolore tremendo inondò la mia anima, a causa dell'ingratitudine di un gran numero di anime che vivono nel mondo, ma mi addolorava specialmente l'ingratitudine delle anime scelte in modo particolare da Dio. Non c'è modo di esprimerla, né di confrontarla. Alla vista di quella ingratitudine, che è la più nera, sentii come se il cuore mi si schiantasse, mi vennero a mancare completamente le forze fisiche e caddi con la faccia a terra, senza nascondere un pianto dirotto. Ogni volta che rievocavo la grande Misericordia di Dio e l'ingratitudine delle anime, il dolore trafiggeva il mio cuore e comprendevo quanto ciò ferisse il Cuore dolcissimo di Gesù. Con cuore ardente rinnovai il mio atto di offerta per i peccatori. Con gioia e desiderio ho accostato le mie labbra al calice dell'amarezza, che prendo ogni giorno dalla S. Messa. La piccola porzione, che Gesù mi ha assegnato per ogni momento, anche quella non la cederò a nessuno. Conforterò continuamente il dolcissimo Cuore Eucaristico; suonerò canti di riconoscenza sulle corde del mio cuore; la sofferenza è il tono più armonioso. Cercherò con cura di capire con che cosa posso rallegrare oggi il Tuo Cuore. I giorni della vita non sono uniformi; quando le nuvole nere mi copriranno il sole, cercherò come l'aquila di attraversare la loro barriera, per far conoscere agli altri che il sole non si spegne. Sento che Iddio mi permette di scostare i veli, affinché la terra non abbia dubbi sulla Sua bontà. Iddio non va soggetto ad eclissi, né a cambiamenti; rimane per l'eternità Uno e sempre lo Stesso. Niente può opporsi alla Sua volontà. Sento in me una forza sovrumana, sento il coraggio e l'energia che mi viene attraverso la grazia che dimora in me. Comprendo le anime che soffrono perché prive di speranza, poiché ho provato su di me questo tormento. Iddio però non dà prove al di sopra delle forze. Spesso ho vissuto di speranza contro ogni speranza ed ho spinto la mia speranza fino alla totale fiducia in Dio. Avvenga di me quello che ha stabilito dall'eternità. MASSIME GENERALI. Sarebbe molto brutto, se una suora cercasse sollievo nella sofferenza. Ecco quello che ha fatto la grazia e la meditazione del più grande criminale. Colui che muore, ha un grande amore. Ricordati di me quando sarai in paradiso. Il pentimento sincero trasforma immediatamente un'anima. La vita spirituale va praticata con serietà e sincerità. L'amore dev'essere reciproco. Dato che il Signore Gesù per me ha bevuto il fiele fino in fondo, io Sua sposa, per dimostrargli il mio amore, accetterò tutte le amarezze. Chi sa perdonare si prepara molte grazie da parte del Signore. Ogni volta che guarderò la croce, perdonerò sinceramente. L'unione con le anime l'abbiamo ottenuta nel santo battesimo. La morte rafforza l'amore. Devo essere sempre d'aiuto per gli altri. Se sarò una buona religiosa sarò utile non solo alla Congregazione, ma anche a tutta la Patria. Il Signore Dio concede le grazie in due modi: con le ispirazioni e con le illuminazioni. Se chiediamo una grazia, Iddio ce la dà, ma dobbiamo volerla accettare, ma per accettarla occorre abnegazione. L'amore non è fatto di parole, né di sentimenti, ma di azioni. E un atto della volontà, è un dono, cioè una donazione; l'intelletto, la volontà ed il cuore, ecco le tre facoltà che dobbiamo esercitare durante la preghiera. Risorgerò in Gesù, ma prima debbo vivere in Lui. Se non mi distacco dalla croce, allora si manifesterà in me il Vangelo. Tutte le mie insufficienze le colma in me Gesù con la Sua grazia, che agisce incessantemente. La SS.ma Trinità mi trasmette la Sua vita abbondantemente col dono dello Spirito Santo. Le Tre Persone divine dimorano in me. Se Iddio ama, lo fa con tutto Se stesso, con tutta la potenza del Suo Essere. Se Iddio mi ha amato a questo modo, come debbo corrispondere io a questo, io, la Sua sposa? Durante una predica Gesù mi disse: «Nel piccolo grappolo scelto tu sei il dolce acino; desidero che il succo che circola in te venga trasmesso alle altre anime». Durante la rinnovazione dei voti vidi Gesù dal lato dell'epistola, con una veste bianca ed una cintura d'oro ed in mano teneva una spada terribile. Durò fino al momento in cui le suore cominciarono a rinnovare i voti. All'improvviso vidi un bagliore inimmaginabile. Davanti a quel bagliore vidi un piano formato da una nuvola bianca a forma di bilancia. In quel momento Gesù si avvicinò e pose la spada su di un piatto e questo con tutto quel peso si abbassò fino a terra, per poco non la toccò completamente. Proprio allora le suore finirono di rinnovare i voti. E subito vidi degli angeli che prendevano qualche cosa da ogni suora dentro un vaso d'oro, vaso che aveva la forma come di un incensiere Dopo che ebbero terminata la raccolta da tutte le suore e posto il vaso sull'altro piatto della bilancia, questo immediatamente prevalse sul primo, sul quale era stata posta la spada. All'istante dall'incensiere si sprigionò una fiamma, che raggiunse il bagliore della luce. Inaspettatamente udii una voce proveniente da quel bagliore: «Rimettete la spada al suo posto, l'offerta è maggiore». In quel momento Gesù ci diede la benedizione e tutto quello che avevo visto scomparve. Le suore avevano già cominciato ad accostarsi alla santa Comunione. Quando anch'io mi comunicai, la mia anima fu inondata da una gioia così grande, che non riesco proprio a descrivere. 15.II.35. Partenza per la casa paterna per alcuni giorni, in visita a mia madre morente. Quando venni a sapere che mia madre era gravemente malata, ormai prossima alla morte e mi chiedeva di andare a trovarla, perché desiderava incontrarsi con me ancora una volta prima di morire, in quel momento mi si risvegliarono tutti i sentimenti del cuore. Come figlia sinceramente affezionata alla propria madre, desideravo ardentemente esaudire il suo desiderio, ma lasciai a Dio la decisione e mi rimisi completamente alla Sua volontà. Non tenendo conto del dolore del mio cuore, mi affidai alla volontà di Dio. La mattina del giorno del mio onomastico, il 15 febbraio, la Madre Superiora mi consegnò un'altra lettera della mia famiglia e mi diede il permesso di andare a casa, per esaudire il desiderio della madre morente. Cominciai subito a prepararmi per il viaggio e la sera partii da Wilno. Offrii tutta la notte per mia madre gravemente ammalata, affinché Dio le concedesse la grazia che le sofferenze che stava attraversando non perdessero nulla del loro merito. Durante il viaggio ebbi una compagnia molto piacevole, infatti nello stesso scompartimento viaggiavano alcune signore appartenenti ad un sodalizio. Mi resi conto che una di esse soffriva molto e che nella sua anima si stava svolgendo una lotta accanita. Cominciai a pregare mentalmente per quell’anima. Alle undici quelle signore passarono in un altro scompartimento per fare conversazione e nel frattempo nello scompartimento rimanemmo solo in due. Sentii che la mia preghiera aveva provocato in quell'anima una lotta ancora più accesa. Non cercai di confortarla, ma pregai con fervore ancora maggiore. Finalmente quell'anima si rivolse a me e mi chiese di dirle se era obbligata a mantenere una certa promessa che aveva fatto a Dio. In quello stesso momento conobbi interiormente quale era quella promessa e le risposi che era assolutamente obbligata a mantenere quell'impegno, diversamente sarebbe stata infelice per tutta la vita. Questo pensiero non le darà pace. Stupita da questa risposta, mi apri tutta la sua anima. Si trattava di una maestra che, prima di affrontare gli esami, aveva promesso a Dio che, se fosse stata promossa si sarebbe dedicata al Suo servizio, cioè sarebbe entrata in un convento. Però, dopo aver dato gli esami con esito molto favorevole, «ora mi sono lasciata prendere dal vortice del mondo e non voglio entrare in convento, ma la coscienza non mi dà pace e, nonostante i divertimenti, sono sempre scontenta». Dopo una lunga conversazione, quella persona era cambiata completamente e dichiarò che si sarebbe subito interessata, per entrare in convento. Mi chiese di pregare per lei ed io sentii che Dio non le avrebbe lesinato le grazie. La mattina arrivai a Varsavia ed alle otto di sera ero già a casa. È difficile descrivere quale grande gioia fu per i miei genitori e per tutta la famiglia. La salute di mia madre migliorò un po', ma il medico non diede alcuna speranza di una completa guarigione. Subito dopo esserci salutati, ci inginocchiammo tutti, per ringraziare Dio per esserci potuti incontrare ancora una volta tutti in questa vita. Quando osservai come pregava mio padre, mi vergognai molto, dato che io che ero vissuta tanti anni in convento non sapevo pregare con tanta sincerità e tanto fervore. Perciò ringrazio continuamente Iddio di tali genitori. Oh, come tutto è cambiato in questi dieci anni! Non mi ci oriento più. L'orto è molto più grande, è irriconoscibile, come non riconosco più i fratelli e le sorelle, che erano così piccoli ed ora sono tutti cresciuti e sono rimasta stupita di non averli trovati come quando ci siamo separati. Stasio mi accompagnava ogni giorno in chiesa. Sentivo che quella cara anima era molto gradita a Dio. L'ultimo giorno, quando non c'era più nessuno in chiesa, andai con lui davanti al Santissimo Sacramento e recitammo insieme il Te Deum. Dopo un momento di silenzio offrii quella cara anima al Cuore dolcissimo di Gesù. Quanto ho potuto pregare in quella chiesetta! Mi sono tornate in mente tutte le grazie che avevo ricevuto in quel luogo e che allora non comprendevo e di cui così spesso avevo abusato e mi sono meravigliata io stessa di essere stata tanto cieca. Mentre riflettevo su queste cose e mi rammaricavo per la mia cecità, improvvisamente ho visto Gesù nello splendore di una bellezza indicibile, che mi ha detto amabilmente: «O Mia eletta, ti concederò ancora maggiori grazie, affinché tu sia testimone per tutta l'eternità della Mia Misericordia infinita». Quei giorni a casa li ho passati in mezzo a tanta compagnia, poiché ognuno voleva vedermi e scambiare qualche parola con me. Spesso ho contato fino a 25 persone. Erano incuriositi dai miei racconti sulla vita dei santi. Immaginavo che la nostra casa appartenesse veramente a Dio, dato che ogni sera vi si parlava soltanto di Dio. Quando, stanca di raccontare e desiderosa di un po' di solitudine e di silenzio, la sera mi appartavo nel giardino per poter parlare un po' a tu per tu con Dio, anche questo non mi riusciva, poiché venivano subito i fratelli e le sorelle e mi riportavano a casa, dove dovevo continuare a parlare e con tanti occhi fissati su di me. Per fortuna riuscii a trovare il modo per riprendere fiato. Pregai i fratelli che cantassero per me, dato che avevano magnifiche voci e per di più uno suonava il violino ed un altro il mandolino. Allora potei dedicarmi alla preghiera mentale senza allontanarmi dalla loro compagnia. Un'altra cosa che mi costò molto, fu quella di dover baciare i bambini. Venivano le conoscenti coi loro bambini e mi pregavano di prenderli almeno un momento in braccio e di baciarli. Lo consideravano un gran favore e per me era un'occasione per esercitarmi nella virtù, poiché più di uno era abbastanza sporco ed allora per vincermi e non mostrare avversione, se il bambino era sporco lo baciavo due volte. Una conoscente mi portò il suo bambino malato agli occhi, che aveva pieni di pus e mi disse: «Sorella, prendilo un momentino in braccio». La natura provava un senso di ripugnanza, ma senza badare a nulla, lo presi in braccio e lo baciai due volte proprio sugli occhi infiammati e pieni di pus e pregai Dio che io facesse guarire. Ebbi molte occasioni di esercitarmi nelle virtù. Ascoltai tutti quelli che mi vollero raccontare i loro guai e notai che non c'era un solo cuore gioioso, perché non c'era un cuore che amasse sinceramente Iddio e non me ne meravigliai affatto. Mi dispiacque immensamente che non potei incontrarmi con due delle mie sorelle. Sentivo nel mio intimo in che grande pericolo erano le loro anime. Mi si stringeva il cuore dal dolore al solo pensare a loro. In un momento in cui mi sentii molto vicina a Dio, chiesi fervorosamente al Signore la sua grazia per loro ed il Signore mi rispose: “Concedo loro non solo le grazie necessarie, ma anche grazie particolari“. Compresi che il Signore le avrebbe chiamate ad una più stretta unione con Sé. Godo enormemente al pensiero che nella nostra famiglia regna un così grande amore. Quando salutai i genitori e li pregai di benedirmi, sentii la potenza della grazia di Dio che scendeva nella mia anima. Mio padre, mia madre e la madrina del battesimo, mi diedero la loro benedizione piangendo e mi augurarono la massima fedeltà alla grazia di Dio e mi dissero di non dimenticare mai le tante grazie che Dio mi aveva concesso, chiamandomi alla vita religiosa. Mi chiesero di pregare per loro. Nonostante che piangessero tutti, io non versai neppure una piccola lacrima. Cercai di essere forte e li consolai tutti come potei, ricordando loro il paradiso, dove non ci saranno più separazioni. Stasio mi accompagnò all'auto. Gli dissi quanto Dio ami le anime pure e l'assicurai che Dio era contento di lui. Quando gli parlai della bontà di Dio e di quanto si preoccupi per noi, si mise a piangere come un bambino e non ne fui sorpresa per lui, perché è un'anima pura, perciò conosce facilmente Dio. Quando presi posto nell'auto, diedi sfogo al mio cuore e piansi anch'io di gioia come una bambina, per le tante grazie che Dio aveva concesso alla nostra famiglia e poi m immersi in una preghiera di ringraziamento. La sera ero già a Varsavia. Prima di tutti salutai il Padrone di Casa e poi salutai tutta la comunità. Quando, prima di andare a riposare, entrai dal Signore per la buonanotte e chiesi perdono al Signore per aver parlato tanto poco con Lui durante il mio soggiorno a casa, ad un tratto nel mio intimo sentii una voce: «Sono molto contento di questo, che tu non abbia parlato con Me, ma che tu abbia fatto conoscere la Mia bontà alle anime e le abbia sollecitate ad amarMi». La Madre Superiora mi disse che l'indomani saremmo andate entrambe a Jozefinek «E così lei, sorella, avrà la possibilità di parlare con la Madre Generale. Mi rallegrai enormemente per questo. La Madre Generale è sempre la stessa, piena di bontà, di serenità e di spirito di Dio. Parlai a lungo con lei. Andammo alla funzione pomeridiana. Vennero cantate le litanie al Cuore dolcissimo di Gesù. il Signore Gesù venne esposto nell'ostensorio. Un momento dopo vidi Gesù Bambino, che usciva dall'Ostia e venne a riposare proprio Lui fra le mie braccia. Questo durò un attimo. Una gioia immensa inondò la mia anima. Il Bambino Gesù aveva lo stesso aspetto di quando entrai nella cappellina assieme alla Madre Superiora, e già mia Maestra di noviziato, Maria Giuseppina. Il giorno dopo ero già nell'amata Wilno. Oh, com'ero felice d'essere già tornata nel nostro convento! Mi sembrava quasi d'essermi fatta religiosa una seconda volta; non finivo di gustarmi la quiete ed il silenzio, in cui l'anima s'immerge così facilmente in Dio, tutti l'aiutano in questo e nessuno la disturba.
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